30 de novembre de 2022 a Vic (Osona)
Il progetto Life Agriclose termina con nuove strategie che contribuiranno a migliorare la gestione dei sottoprodotti che derivano dal trattamento dei reflui zootecnici
Le strategie promosse durante quattro anni di progetto si adattano a ciascuna realtà locale e valorizzano il concetto di fertilizzazione di prossimità
Dopo quattro anni, il progetto Life Agriclose è giunto al termine, promuovendo 16 strategie e sviluppando strumenti che mirano a valorizzare i reflui zootecnici nelle aree più vicine alle aziende agricole. Una volta messe in atto, queste strategie avranno un potenziale impatto sulla gestione dei prodotti che derivano dal trattamento dei reflui, sempre più presenti nelle aree a vocazione zootecnica in Europa. In particolare, nelle aree di progetto come la Lombardia, l’azoto che viene trattato è aumentato del 3% negli ultimi anni; in Piemonte i trattamenti del liquame sono aumentati del 20%; in Catalogna vengono trattati oltre 20 milioni di Kg di azoto, che rappresentano il 20% del totale dei reflui zootecnici.
Le soluzioni promosse dal progetto si adattano a ciascuna realtà locale promuovendo il concetto di fertilizzazione di prossimità, valorizzando i prodotti che derivano dai trattamenti, non solo come soluzione alla crescita del settore zootecnico, ma anche valorizzando un buon fertilizzante per l’agricoltura. L’obiettivo è quello di ricollegare l’attività zootecnica con l’attività agricola circostante.
Il progetto è stato coordinato dal Departament d’Acció Climàtica, Alimentació i Agenda Rural (DACC) e ha avuto come partner due enti di ricerca quali la Agencia Estatal Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC) e Insitut de Recerca i Tecnologia Agroalimentàries (IRTA), nonché uno dei principali atenei pubblici in Italia, l’Università Degli Studi Di Torino (UNITO), e l’ente tecnico della Regione Lombardia responsabile delle attività e dei progetti finalizzati allo sviluppo dell’agricoltura, della selvicoltura e delle aree rurali, l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF). Insieme si è formato un gruppo multidisciplinare che ha coinvolto 41 persone.
Di pari passo con l’industria
Il progetto si è svolto in collaborazione con i rappresentati del settore agricolo. In particolare, hanno partecipato più di 25 organizzazioni tra aziende agricole, cooperative e imprese, e 69 aziende zootecniche hanno contribuito per la caratterizzazione analitica di circa 250 campioni della frazione liquida e solida, i prodotti che derivano dalla separazione meccanica del liquame, il trattamento più diffuso insieme al compostaggio in Catalogna.
In questi 4 anni si è lavorato su 40 ettari e sono state gestite più di 900 tonnellate annue di prodotti che provengono dal trattamento dei reflui zootecnici per sviluppare nuove tecnologie e strategie per promuoverne l’utilizzo.
Il progetto ha avuto un budget totale di 2,2 milioni di euro, di cui 1,3 finanziati con fondi europei.
Utilizzo dei reflui zootecnici nella concimazione di circa 100.000 ha di frutteto
Tra le strategie studiate c’è l’uso dei prodotti che derivano dal trattamento dei liquami per la fertilizzazione in frutteto. Questa strategia potrebbe avere un potenziale impatto sui quasi 100.000 ettari nelle aree del progetto, la maggior parte delle quali sono a vocazione zootecnica, con possibilità di applicarla in altre colture arboree.
L’introduzione di questi prodotti nella concimazione dei frutteti potrebbe sostituire fino al 100% dei fertilizzanti minerali utilizzati, riducendone la dipendenza.
Anche le colture estensive possono trarne vantaggio
I prodotti che derivano dal trattamento delle deiezioni zootecniche possono sostituire i concimi abituali nelle colture estensive o essere la base del concime per quelle più produttive e con maggiori fabbisogni di fertilizzante. Ad esempio, nel campo dimostrativo impiantato nell’area irrigua del canale Algerri-Balaguer (Catalogna), il mais ha avuto una produttività di più di 20.000 kg per ettaro.
Le sperimentazioni devono generare una fiducia sufficiente affinché questi prodotti vengano utilizzati abitualmente.
Oltre 2.000 analisi del suolo per garantirne la qualità ambientale
In questi anni di progetto sono state monitorate le caratteristiche di suolo, acqua e aria per garantire che le strategie promosse contribuiscano alla buona qualità ambientale.
Pertanto, sono state effettuate più di 2.000 analisi del suolo e 160 soluzioni acquose del terreno per determinare l’effetto delle strategie sulla qualità del suolo e il possibile effetto sull’acqua.
Allo stesso modo è stato effettuato il monitoraggio della qualità e della sicurezza dei prodotti finali. Tra questi, il possibile trasferimento di resistenza agli antibiotici e la presenza di batteri patogeni che possono compromettere il consumo del cibo che viene prodotto. Sono state effettuate più di 250 analisi di materiale vegetale per monitorare lo stato nutrizionale delle colture e la sicurezza dei prodotti finali.
Le strategie contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico, riducendo le emissioni di ammoniaca e di gas serra.
Produzione sicura e di qualità
LIFE AGRICLOSE ha analizzato il ruolo dell’agricoltura nella trasmissione di agenti patogeni e nello sviluppo di fenomeni di antibiotico–resistenza. Negli alimenti analizzati non sono stati riscontrati agenti patogeni né antibiotici e non sono stati evidenziati fenomeni di antibiotico-resistenza derivanti dal processo produttivo.
Diffusione del progetto
Il progetto ha avuto una consistente divulgazione, contribuendo alla diffusione delle strategie promosse. Alcuni dati: più di 18.000 visite al sito web, 10 video con più di 3.000 visualizzazioni, più di 30 convegni tenuti accumulando più di 3.000 presenze, presenze a 10 congressi e più di 75 presenze sulla stampa.