Teresa Jordà: “Dobbiamo avanzare insieme verso la fertilizzazione d’eccellenza e modelli sostenibili di bioeconomia circolare”
La ministra dell’Agricoltura, Allevamento, Pesca e Alimentazione del Governo della Catalogna, Teresa Jordà, accompagnata dalla vicedirettrice generale dell’Agricoltura, Nieves Ferrete, e dal direttore dei Servizi territoriali del Ministero a Lleida, Ferran de Noguera, ha presentato oggi a Lleida il progetto Life Agriclose, coordinato dal Ministero e selezionato dalla Commissione europea nel bando Life 2017 per iniziare quest’anno.
Il progetto Life Agriclose, della durata di 4 anni (fino al 2022) e con un budget complessivo di 2 189 704 €, si sviluppa in Catalogna, Lombardia e Piemonte, e ha come partner beneficiari l’agenzia statale Consiglio superiore della ricerca scientifica (CSIC), l’Istituto di ricerca e tecnologia agroalimentare (IRTA) e la Fondazione Mas Badia, l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (ERSAF), l’Università degli studi di Torino (UNITO).
La ministra si è detta molto soddisfatta di aver ottenuto questo nuovo progetto europeo per l’innovazione e il miglioramento ambientale guidato dal Ministero, che rappresenta un ulteriore avanzamento del progetto Life ‘Futuro agrario’, presentato in aprile. Ha anche sottolineato l’eccezionalità di aver ottenuto due volte di fila i fondi comunitari che lo rendono possibile. Ciò “dimostra che abbiamo svolto bene il nostro lavoro e, in un certo senso, è un riconoscimento a tutta la ricerca svolta finora e alle persone che lo hanno reso possibile”, ha dichiarato.
Il progetto s’incentra sul miglioramento della gestione della frazione liquida (FL), della frazione solida (FS) e dei digestati derivati dal trattamento dei liquami (suini e bovini).Si migliorerà così l’applicazione, la gestione e la conoscenza di questi prodotti, favorendone un uso corretto da parte degli agricoltori e una diffusione allo stesso livello dei prodotti chimici. L’obiettivo principale è trovare una soluzione praticabile e sostenibile per tutti quegli allevatori e quegli agricoltori che lavorano con questi sistemi di trattamento (separatori S/L e digestori) e i prodotti che ne derivano.
Teresa Jordà ha evidenziato inoltre che “la modernizzazione del settore agricolo ha fatto crescere le aziende agricole in dimensioni e profilo tecnologico, ma se questo non si accompagna a una buona gestione di letame e liquami possono verificarsi gravi problemi ambientali. Sono anni che il governo catalano lavora duramente su vari fronti per garantire un’attività agricola sostenibile dal punto di vista ambientale. Uno dei fronti di lavoro è l’innovazione”, ha sottolineato.
In questa linea, il progetto Life Agriclose vuole promuovere azioni per migliorare la gestione delle deiezioni zootecniche, avanzando verso una fertilizzazione d’eccellenza a partire da sistemi di concentrazione dei nutrienti che consentano di migliorare efficienza e sicurezza ambientale, e progredire verso modelli sostenibili di bioeconomia circolare.
“Sempre più agricoltori stanno trasformando il problema dei residui in un’opportunità, in un prodotto di qualità, e ne comprendono il valore, un messaggio importante per la società che si inserisce in uno dei principali assi di lavoro del Ministero: promuovere l’economia circolare come uso innovativo, sostenibile, inclusivo ed efficiente delle risorse naturali”, ha sottolineato la ministra. E, ha aggiunto poi, l’approccio all’economia circolare ha l’obiettivo di utilizzare le risorse disponibili per migliorare la produttività del territorio e aiutare la società ad adottare uno stile di vita più sostenibile e sano, una strategia che diventa il motore del rilancio territoriale.
Teresa Jordà ha quindi sottolineato la necessità di garantire il buon funzionamento e la sostenibilità degli allevamenti e delle aziende agricole, il che significa anche garantire la qualità dei suoli e delle acque sotterranee del paese. Un altro dei fronti di lavoro in questa direzione, oltre alla ricerca, è la regolamentazione. A tal proposito, Jordà ha insistito sul fatto che il Ministero sta lavorando senza sosta per approvare il decreto sulle deiezioni zootecniche, con tre obiettivi principali: il miglioramento all’origine della gestione delle deiezioni, compreso il relativo trattamento; l’innovazione e il miglioramento delle applicazioni al suolo, tramite una fertilizzazione organica di eccellenza; e il controllo e il monitoraggio delle applicazioni, al fine di garantire la tracciabilità dei movimenti; con un chiaro impegno in favore della valorizzazione della fertilizzazione organica.
“Parliamo spesso di cogestione: la nuova governance orizzontale messa in atto dal Ministero, che sta dando buoni risultati nel settore della pesca, e ora viene applicata anche alla stesura del nuovo Decreto sulle deiezioni. Il decreto nasce da un accordo con il settore frutto di ore e ore di scambi e contributi incrociati. Questo ci ha fatto procedere più lentamente; ma, come si dice, chi va piano va sano e va lontano. I contributi del settore hanno notevolmente migliorato il decreto. Non credo che ci sia stato nessun decreto più elaborato nel settore. Questo ci offre un’ottima opportunità: la corresponsabilità nella sua applicazione. Ciò renderà più facile raggiungere un elevato livello di conformità. È così che lavoriamo al Ministero”, ha concluso.
Questo pomeriggio la ministra Teresa Jordà presiede inoltre la cerimonia di consegna degli atti di ricomposizione fondiaria di Llardecans, che si svolgerà nel municipio di questa località. Così, il massiccio sforzo per promuovere i lavori del sistema di irrigazione Segarra – Garrigues in corso di realizzazione da parte del governo della Catalogna rappresenta un altro risultato importante, con la citata consegna degli atti di proprietà delle nuove tenute a 128 proprietari beneficiari della zona concentrata di Llardecans, di 1 493 ettari di superficie.
Questa zona, situata nel settore 13 del sistema Segarra – Garrigues, avrà una disponibilità irrigua totale di 6 500 m3 per ettaro l’anno, ad eccezione dei lotti inclusi nella Rete Natura 2000, una quarantina di ettari che hanno diritto a un’irrigazione di sostegno alla superficie boschiva di 1 500 m3 per ettaro all’anno.
L’impatto economico della ricomposizione fondiaria sulla situazione finanziaria delle aziende agricole situate nella zona rappresenta una riduzione della spesa corrente del 15% circa, un aspetto di grande rilevanza alla luce delle difficoltà che stanno attraversando molte di esse. Questo importante risparmio è una conseguenza della riduzione della distanza tra le tenute che compongono le aziende agricole, in concomitanza con la diminuzione di quasi il 25% del numero totale di lotti coltivati. Ciò significa che un gran numero di proprietari ha visto ridursi a 1 o 2 il numero di tenute, ottenendo così risparmi significativi in termini di gasolio, costi di manutenzione dei macchinari e tempo dedicato alle attività agricole.
La rete d’irrigazione primaria del settore 13 è già ultimata, ma la realizzazione della rete di distribuzione, che è quella che porta l’irrigazione alle tenute, sarà condizionata alla volontà degli stessi proprietari di partecipare al sistema. Attualmente quest’area è in fase di promozione e c’è già qualche zona in cui si è raggiunto il 60% di adesioni ed è stata redatta la bozza di rete di distribuzione.